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L'etica della passività. Lo slittamento etico della fenomenologia nel pensiero di Levinas

SUMMARY

Riassunto: Il presente lavoro offre un’analisi dell’etica di Lévinas, in particolare in relazione alla fenomenologia genetica di Husserl. La prima parte tratta la revisione di Lévinas della sensibilità passiva, mostrando come la concezione della “passività” di Husserl e di Lévinas, lungi dall’essere reciprocamente escludentisi, godono di un rapporto di complementarità. La seconda parte offre una nuova interpretazione della posizione di Lévinas sull’etica come approfondimento necessario e legittimo della teoria husserliana dell’empatia. Questa prospettiva permette di gettar luce sul retroterra fenomenologico della tesi di Lévinas sul primato dell’etica sull’ontologia. Nella terza parte saranno analizzate e poste a confronto le posizioni di Lévinas e Ricoeur sulla nozione di “riconoscimento” al fine di mostrare come la continuità con la fenomenologia di Husserl renda possibile una considerazione dell’“etica senza riconoscimento” di Lévinas come condizione necessaria per la possibilità di ogni “etica del riconoscimento”, schermandola da diverse e importanti critiche.Parole chiave: Fenomenologia; Etica; Passività; Empatia; Riconoscimento The ethics of passivity. The ethical sliding of phenomenology in Lévinas’ thoughtAbstract: The present paper offers an analysis of Lévinas’ ethics, in particular, in relationship to Husserl’s Genetic Phenomenology. The first section deals with Lévinas’ revision of passive sensibility, revealing that Husserl’s and Lévinas’ conceptions of “passivity”, far from being mutually exclusive, enjoy a complementary relationship. The second section offers a new interpretation of Lévinas’ position on ethics as a necessary and legitimate deepening of Husserl’s theory of empathy. This perspective allows us to shed light on the phenomenological background of Lévinas’ thesis on the primacy of ethics over ontology. In the second section, Lévinas’ and Ricoeur’s positions on the concept of “recognition” are analyzed and compared in order to show how continuity with Husserl’s phenomenology makes it possible to consider Lévinas’ “ethics without recognition” a necessary condition for the possibility of any “ethics of recognition”, thereby deflecting a number of relevant criticisms.Keywords: Phenomenology; Ethics; Passivity; Empathy; Recognition

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